Charlie


Il 20 ottobre 2008 anche il nostro adorato Charlie ha raggiunto i suoi amici sul ponte dell'arcobaleno ed ora finalmente ha finito di soffrire e di lottare con la vita che non gli è stata amica.

In una giornata di maggio del 2006 mentre passeggiavo con i miei cani per Via San Godenzo, sul marciapiede, a ridosso di un grosso pino, c'era lui, bianco come la neve, con qualche chiazza beige, pelosissimo, che dormiva profondamente. Curioso pensai! Un canone così grande, da solo, qui in città che dorme sul marciapiede? Notai che era senza collare.

Tornai immediatamente a casa pensando che l'avessero investito, presi la macchina per portarlo dal veterinario ma una volta svegliato, con il profumo di una scatoletta appetitosa, capii che era solo stanco e ci volle poco, anzi pochissimo, per convincerlo a salire in macchina con me e da lì è iniziato il nostro, grande amore. Poco dopo incontrai un uomo, di nome Silvano, che lo stava cercando. Sembrava quindi avesse trovato già un nuovo padrone, ma, per varie ragioni, si arrese dopo pochi giorni e decise di legarlo, senza avvisarmi, in una piazzetta sotto casa sua. Una sera lo rividi nuovamente in Via San Godenzo, si era liberato dalla corda e passeggiava solitario alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Forse aveva capito di aver trovato una vera amica e la stava ricercando. Lo riportai nella piazzetta per cercare Silvano e per capire cosa fosse successo. Scoprii così che lo legava e mentre di giorno restava lì buono buono, di notte, se riusciva a liberarsi, si andava a riparare sulle scale di un'abitazione lì vicino. Nella palazzina in questione vivono le altre Sue due padrone Camilla e Maria Luisa, le quali quando lo videro per la prima volta lo accudirono immediatamente con coccole, cibo e dell'acqua.

Vista la situazione telefonai alla mia amica Wanda. Lei mi disse subito "portalo da noi" ma Camilla stava cercando di convincere la sua famiglia ad accettarlo in casa e così presi del tempo.

La situazione però, dopo pochi giorni, precipitò; alcune persone giravano intorno al nostro Charlino, mentre era legato, con fare sospetto ed ecco quindi la decisione, in comune accordo, di portarlo al rifugio Amici di Fido.

Sembrava tutto perfetto, ma fatte alcune analisi ci si accorse che aveva una grave malattia ai reni. Iniziammo immediatamente una terapia e lo affidammo all'amore delle volontarie che lo curavano con estrema accortezza ed amore. Dopo un po' di mesi altre analisi e purtroppo l'esito del veterinario che dava a Charlie pochi mesi di vita. Immediata la decisione di Camilla e della Mamma di portarlo a casa con loro. I volontari del rifugio ed io eravamo tutti felicissimi, Charlie aveva finalmente una casa! Ma avevamo tralasciato un particolare, Charlino era un maremmano e come la maggior parte dei maremmani aveva un carattere difficile. Chissà poverino cosa aveva vissuto in passato, ma la situazione, in casa di Camilla, diventava sempre più difficile; il fratello di Camilla non era visto di buon occhio da Charlie ed anche Camilla, portandolo dal veterinario, aveva avuto un "piccolo match" con lui. Nel frattempo le analisi erano leggermente migliorate e così la decisione, sofferta ma necessaria, di riportarlo al rifugio. Qui è rimasto fino all'ultimo giorno della Sua vita, curato, rispettato ed amato con grande affetto da tutti. Quasi tutte le settimane Charlino veniva portato a Bracciano a passeggiare, quando andava bene due volte a settimana quando andava male 1, ma aveva la fortuna di vedere altri luoghi, di annusare "altre puzze", lontano dal rifugio ed ormai, da buon maremmano, era lui a scegliere i luoghi più interessanti da raggiungere durante le sue "extra" passeggiate. Lui era amabile, ma a volte, sapevi di non poterti concedere troppe libertà. Faceva tenerezza quando c'erano i tuoni, i fulmini o gli spari. Era terrorizzato. Vedevi, in quei momenti, gli occhi di un barboncino piuttosto che gli occhi di un canone di 40 chili!

Ricordo il 1 gennaio del 2007 una telefonata di Wanda "Marina corri Charlie è scappato!"

Ero a Ronciglione, presi la macchina e corsi a cercarlo. Anche Maria Luisa partì di corsa da Roma per venirlo a cercare. Poi la fortuna girò dalla nostra parte e da lontano vidi una coda pelosa muoversi tra le macchine vicino al castello. Un fischio, un urlo, esclamai "Charliiiie", lui si voltò e corse tra le mie braccia, leccandomi tutta la faccia. Un miracolo, l'ennesimo incontro! Poi il mio ex ragazzo cercò di avvicinarsi ma Charlie era troppo vicino a me per permettergli di separarci e di interrompere quell'idillio. Così una bella ringhiata e passò tutta la paura! Risalì felice in macchina e lo riportammo dai suoi amici volontari. La cosa che ricordo con più gioia di quel giorno fu il suo sguardo una volta arrivati al cancello del rifugio...erano occhi felici, la coda ondeggiava su e giù ..sapeva di essere tornato a casa Sua. E fino all'ultimo momento è stato circondato dai suoi amori, coccolato come un cucciolo ed accudito con grande serietà. Persino l'ultimo giorno ha mostrato il Suo "sorriso" a Wanda, ma credimi, cara Amica mia, quando un maremmano ti sorride vuol dire che fai parte della sua vita, solo che in quel momento è lui a voler decidere!

Colgo l'occasione per ringraziare tutti i volontari che lo hanno amato per questi due brevi ma intensi anni. Grazie anche a nome di Cami e di Maria Luisa

Con immensa stima e riconoscenza

Marina

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